martedì 24 marzo 2009

La festa del pirata

Per chi si troverà a Roma il 28 Marzo ci sarà la festa del pirata, dalle ore
10 al Teatro delle Arti, piazza Giovanni da Triora:


Nel ventennale del WWW gli hacker si riprendono la rete e invitano tutti
alla "Festa del Pirata". Il 28 marzo a Roma, in una località che si vuole
ancora segreta, si ritroveranno tutti coloro che hanno deciso di non
tollerare oltre la mania legislativa che negli ultimi anni ha colpito
Internet, con il probabile risultato di renderla meno libera e meno
inclusiva. La festa è però soprattutto una risposta all'ossessione
securitaria manifestata da ex attori, attrici, giornalisti e politicanti
nostrani per dire che "esiste un'alternativa alla società del codice civile e
del codice a barre" e che questa alternativa è una "GPL society", una società
basata sulla cooperazione e sulla condivisione, strategie per sviluppare il
potenziale umano e fare il mondo migliore di come le generazioni precedenti
l'hanno lasciato: ingiusto, inquinato, pieno di guerre.

Organizzata come un flash mob con le indicazioni per arrivare che saranno
diramate su forum e via SMS poco prima dell'evento, il ritrovo sarà occasione
di discussione e approfondimento sulle tematiche della libera comunicazione,
del diritto alla privacy, della critica del copyright, ma diversamente da
incontri accademici e paludati, facendo uno sforzo eccezionale per rendere
comprensibili anche ai non addetti ai lavori argomenti complessi. E
innalzando insieme la bandiera della ribellione.

"Se presto il software ad un amico sono un pirata, se scambio un film sono un
pirata, se prima di comprare musica me la scarico e me la ascolto... sono un
pirata, beh... allora sono un Pirata!": così ci dice uno degli organizzatori
che non vuole dare neppure il suo nickname. E ancora "Siamo quelli che di
giorno gestiscono i backbone delle Telco, lavoriamo al chiodo per garantire
la sicurezza della tua azienda, ma di notte produciamo software libero e
contenuti liberi da copyright. Lo volete capire o no?". Schizofrenia? Forse.
Ma quello che i pirati vogliono dire forte al mondo è che il secolo del disco
è finito (lo dice anche Ernesto Assante nel suo ultimo libro: "Copio dunque
sono"), che sono stufi di veder lucrare le major sulle loro intuizioni, sulla
cultura collettiva, chiudendola con un marchio e spremendo come limoni gli
artisti. "La cultura è di tutti - denunciano - I vostri profitti sono il
nostro lavoro: è ora di condividerli!"
Questo è il popolo dei "pirati". Persone che non credono più al mito
dell'artista affamato che sarebbe danneggiato dal download illegale di
musica - 140 artisti inglesi si sono appena dichiarati a favore del libero
download musicale - che hanno dimostrato che il peer to peer può essere
applicato al mondo dei commerci online, e che smette di comprare film perché
è più divertente farseli da soli. Dice L@@p a Punto Informatico: "E poi la
rete è piena di cose autoprodotte che è assolutamente lecito scaricare e
condividere. Non è solo software libero, ma musica libera, film liberi e
libri no-copyright. Perché non dovremmo?".

Perciò alla festa, fra le attività previste ci sarà un corso pratico di P2P
per l'aspirante pirata, per gente che vorrebbe scaricare ma è intimidita
dalla tecnologia. Una sorta di laboratorio in cui saranno presentati i
software client P2P più diffusi, indicate le destinazioni dove si trovano
materiali da scaricare, illustrati i pericoli da evitare, spiegato come
godere del "bottino" accumulato. Alla festa si parlerà dell'esperienza di The
Pirate Bay e di Piratbyran, e sarà proiettato Steal this film, documentario
sulla retata della polizia svedese contro The Pirate Bay nel 2006,
autoprodotto dalla "League of Noble Peers" e distribuito come torrent. Una
storia ben raccontata nel libro La Baia dei Pirati, assalto al copyright, di
Luca Neri (Cooper editore). Sembra scontata la partecipazione di
ScambioEtico, l'unica realtà italiana che gestisce apertamente un tracker
torrent come atto di disobbedienza civile. Uno sparuto gruppetto il cui sito
genera un traffico da far invidia a una media holding e aggrega una comunità
molto vivace di giovani appassionati di BitTorrent.

Nell'incontro saranno passate ai raggi X le proposte di legge che vorrebbero
imbavagliare Internet e probabilmente ci sarà anche una testimonianza del
blogger siciliano Carlo Ruta condannato per stampa clandestina.

Per finire, un corso di autodifesa per il cibernauta, teso a spiegare gli
strumenti che aiutano ad aggirare la censura e a difendere l'anonimato delle
comunicazioni in rete (da Open DNS ai servizi proxy, da TOR a Anonet, dal PGP
ai sistemi di darknet). "Perché - racconta a Punto Informatico Capitan Luke -
anche gli italiani potrebbero essere presto costretti a utilizzare gli stessi
tool creati dagli hacktivisti per aiutare i dissidenti che vivono nei paesi
totalitari". "Uno di questi è TrueCrypt - ricorda - per blindare l'hard drive
esterno dagli occhi indiscreti degli sbirri del copyright che domani ti
entreranno tranquillamente in casa".

Surreale? Provocatorio? Vista l'incapacità dei media italiani di affrontare
con competenza le questioni della rivoluzione digitale forse è una scossa
utile, anche per il mondo della politica. A questo proposito gli animatori
dell'evento stanno organizzando "L'uncino d'oro", un premio da conferire al
Ministro degli interni Bobo Maroni, per essersi pubblicamente autodenunciato
come downloader incallito, nel 2006, in un'intervista a Vanity Fair, in
quanto "favorevole alla libera scaricabilità della musica".

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