mercoledì 11 febbraio 2009

Poltrona a levitazione magnetica

Credevamo potesse essere solo una fantasia da fumetto, e invece è realtà! La poltrona a levitazione magnetica esiste e non costa neanche energia tenerla sospesa a mezz'aria, guardatevi questo filmato:



Il prezzo è un po' alto, Euro 5000, ma non serve la corrente. Non vanno avvicinate apparecchiature elettroniche ai magneti, per questo ci sono i porta oggetti laterali.

domenica 1 febbraio 2009

Cerca Gaia BottàLa licenza SIAE non basta. Condannato

In Italia il pizzo esiste sotto varie forme...

Vendeva musica online, riteneva di aver assolto ai propri doveri, è stato condannato in appello: aveva ottenuto la licenza dalla SIAE, si era garantito i diritti di utilizzo commerciale dai detentori dei diritti d'autore. Ma non aveva preso in considerazione i detentori dei diritti connessi.

La condanna in appello è stata emessa dal Tribunale di Torino: C.T., di Asti, gestiva uno store musicale online, offriva in vendita ai netizen oltre 12mila tracce da scaricare a pagamento. C.T. si era cautelato dalle rivendicazioni della SIAE, aveva chiesto e ottenuto la dibattuta licenza multimediale che, dal 1998, SIAE ha adottato per schiudersi alle potenzialità offerte dalla rete. C.T. aveva così ottenuto il diritto di "riprodurre le opere tutelate, tramite caricamento (uploading) dei file all'interno della sua banca dati" e di "mettere a disposizione del pubblico le stesse opere, che possono essere scaricate sulla memoria dei computer".

Il gestore dello store riteneva di aver assolto ai propri doveri. Poi, la denuncia dell'industria fonografica. La difesa di C.T. ha convinto il tribunale in primo grado di giudizio: il magistrato ha scagionato il gestore del sito, ha stabilito che in quella fattispecie C.T. avrebbe potuto vendere musica con la sola licenza multimediale ottenuta corrispondendo il dovuto alla SIAE e agli autori.
La normativa e la giurisprudenza in materia di diritto d'autore declinate sulle nuove tecnologie, considerate spesso fumose e contraddittorie, sono state però interpretate in maniera opposta dal Tribunale di Torino in secondo grado di giudizio. La licenza multimediale rilasciata dalla SIAE consente di retribuire gli autori dei brani musicali venduti da C.T., ma non consente di corrispondere il dovuto ai titolari dei diritti connessi, ai produttori fonografici che detengono i diritti sulla fissazione dell'opera. C.T. si sarebbe dovuto rivolgere a SCF, avrebbe dovuto richiedere la licenza con cui ricompensare l'industria fonografica. Lo sfruttamento dei diritti connessi attraverso le "nuove tecnologie" che, spiega SCF, "rappresentano modalità nuove ed affascinanti di fruizione della musica", non può avvenire senza ricompensare anche i detentori dei diritti connessi.

FIMI, in un comunicato, conferma: "La licenza ottenuta da SIAE poteva autorizzare solo l'acquisizione dei diritti d'autore e non dei diritti connessi delle case discografiche, senza i quali, l'attività posta in essere dal sito rimaneva penalmente sanzionabile". C.T. è stato condannato a 3 mesi di carcere, una pena poi sospesa, a rifondere FIMI per le spese legali, a pagare un'ammenda pari a 270 euro.

Le spiate di NSA su giornalisti e cittadini

Giovanni Arata

Le attività di intercettazione e spionaggio illegali condotte negli anni dell'Amministrazione Bush avrebbero riguardato anche redazioni di giornali, singoli giornalisti e privati cittadini statunitensi. Tutto ciò che costoro scrivevano via email o dicevano al telefono veniva registrato. A rivelarlo un ex analista della stessa National Security Agency(NSA), il corpo grosso dell'intelligence d'oltreoceano.

Russel Tice, questo il nome dell'ex funzionario al centro del caso, ha ricostruito la vicenda durante la trasmissione televisiva della MSNBC Countdown with Keith Olbermann. Nel corso delle proprie operazioni di monitoraggio anti-terroristiche, ha sostenuto Tice, NSA avrebbe allargato di molto il raggio del proprio controllo, arrivando a tracciare anche le comunicazioni di soggetti che non avevano alcun tipo di connessione con il mondo del terrore: comuni cittadini, reporter, talvolta intere redazioni.
Le attività di raccolta dati sarebbero state realizzate senza alcuna previa autorizzazione da parte delle autorità giudiziarie competenti e avrebbero riguardato ogni possibile forma di espressione da parte dei sorvegliati. Dalle mail alle telefonate, dai fax ai messaggi, tutto sarebbe stato registrato e stivato all'interno dei database.

Tice ha raccontato di aver scoperto del sistema spionistico in modo casuale, mentre era dipendente dell'agenzia. I suoi superiori gli avrebbero chiesto di operare delle indagini "preliminari" su una serie di soggetti (tra cui alcuni giornali), con lo scopo dichiarato di escludere tali soggetti dalle attività di monitoraggio vere e proprie.
Ma le attività "preliminari" sembravano durare un po' troppo. È lo stesso informatore a spiegare: "Con il tempo mi sono reso conto che la raccolta di dati su queste organizzazioni veniva praticata ventiquattr'ore su ventiquattro per sette giorni su sette, e per tutto l'anno. E questo non aveva senso. Così mi sono messo a indagare, scoprendo la rete".
Già nel 2005, dopo la pubblicazione di un'inchiesta del New York Times, l'Amministrazione Bush era stata investita da uno scandalo legato all'impiego di intercettazioni illegali. I media avevano documentato l'esistenza di diversi casi in cui le autorità di sicurezza statunitensi avevano aggirato le normative- che richiedono il rilascio di un'autorizzazione da parte dei giudici- per sorvegliare le comunicazioni dei cittadini.
In risposta alle polemiche, lo stesso Presidente Bush aveva spiegato che i casi di deroga erano limitati a quelli in cui fosse documentato un "chiaro legame" tra i sorvegliati e le organizzazioni terroristiche.

Adesso le affermazioni di Tice - peraltro già coinvolto come testimone nel 2005 - sembrano suggerire l'esistenza di infrazioni ancora più gravi alle leggi sulla sorveglianza. Infrazioni tanto più impressionanti perché perpetrate in modo sistematico e quasi routinario.

E proprio qui sta, secondo diversi osservatori, il punto dirimente. Le normative vigenti offrono già agli investigatori strumenti molteplici ed efficaci per individuare e controllare i potenziali terroristi. Il problema, nella storia raccontata da Tice, è che l'amministrazione statunitense sarebbe andata ben al di là di tali paletti, spiando persone che nulla avevano a che fare con le attività criminali, e aggirando le procedure previste per legge in questo tipo di situazioni. Quale sarà la posizione della nuova amministrazione di fronte a problemi fondamentali come quelli sollevati dal caso Tice? La speranza di molti, alimentata anche dalle prese di posizione programmatiche del neopresidente, è che Obama possa imprimere un deciso cambio di direzione nel campo della tutela dei diritti individuali e della libertà di informazione. Promuovendo la trasparenza dell'amministrazione e rilanciando i principi del Freedom of Information Act.