domenica 21 dicembre 2008

Nuove forme di denaro

La crisi in corso non ha fermato del tutto Silicon Valley: Facebook ha offerto 500 milioni per l'acquisizione di Twitter (che ha appena acquisito Value of N). L'operazione in sé non meraviglia particolarmente: Twitter è uno dei social network emergenti più innovativi e interessanti, Facebook ne teme la concorrenza soprattutto per lo "status update" ed è probabilmente interessata anche alla creatività del team di Twitter, Evan Williams in testa.

Questi 500 milioni però non sono cash: in un certo senso non sono neanche "veri", perché consistono al 100% in azioni di Facebook (cioè in capitale di rischio), il cui valore oscilla e non necessariamente verso l'alto insieme alla crisi del mercato finanziario degli ultimi mesi. Vista con gli occhi dell'uomo della strada è l'ennesima dimostrazione dell'esistenza di due tipi di denaro: un denaro virtuale, con cui si possono comprare aziende, e un denaro contante, con cui compriamo il pane e il latte.
Facebook può offrire a Twitter (che comunque rifiuta) una scommessa sul suo futuro, io non posso andare da Zara chiedendo di pagare con un anticipo sui miei possibili guadagni futuri (per ora).

Questa è la follia del sistema economico attuale, si fanno contratti e passaggi di proprietà utilizzando parole sbagliate come "denaro" o "euro" o "dollari", al posto di quelle corrette come "previsione" o "scommessa" .

Il sistema economico attuale premia chi compra o vende senza averne la necessaria liquidità. Se una azienda viene assorbita per un certo valore economico, il valore deve essere pagato in DENARO, e non con titoli od azioni che potenzialmente possono valere una certa cifra, ma che in realtà nessuno è disposto a pagare.

Se lo stato interviene per salvare società che volontariamente o involontariamente si sono imbarcate in situazioni rischiosissime e senza la dovuta copertura si fanno fallire tutte le piccole imprese che invece sono sempre state in regola con moltissimi sforzi per rimanere nella legalità.

Dico per ora perché la cosa interessante è che entrambi i tipi di denaro sono ormai in gran parte digitali. Non è un cambiamento da poco perché potrebbe aumentare i soggetti in grado di "produrre denaro" (attualmente solo le banche nazionali) e forse - forse - permettere anche a noi di pagare con l'equivalente personale delle azioni di Facebook, e cioè con una scommessa sul nostro valore futuro.
Ci sono timidi segnali infatti che la digitalizzazione del denaro non vada solo a vantaggio della finanza - i cui recenti disastri hanno dimostrato l'inconsistenza della moltiplicazione del valore inesistente - ma anche di noi comuni mortali: è lecito ipotizzare che nei prossimi anni assisteremo a un aumento notevole dei fenomeni di peer2peer money che, esattamente come è successo per i contenuti digitali, cambieranno gli equilibri a favore dei consumatori, non più dei produttori

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