martedì 28 gennaio 2014

La giustizia italiana è morta

Oggi leggo che l’ex-ministro Claudio Scajola è stato giudicato non colpevole per corruzione. Meravigliato, ma confidente nella giustizia italiana ho cercato di capire cosa fosse successo.
Questo è quello che ho capito:
  • il Sig. Scajola ha comprato nel 2004 una casa in nero. Perchè nell'atto notarile dichiara meno della metà del valore dell'immobile. Paga verso i vecchi proprietari 1,7 milioni di euro, ma ne dichiara al fisco solo 0,6 milioni. E già qui il cittadino italiano dovrebbe arrabbiarsi, perchè si tratta di evasione fiscale, credo.
  • In realtà il Sig. Scajola tira fuori di tasca sua solo 0.85 milioni di euro, la parte rimanente gliela paga il Sig. Anemone, secondo l'accusa come tangente. (quasi un milione di euro)

Il Sig. Anemone ha società che vincono gare di appalto statali per 300 milioni di euro, quindi regalare 1 milione come tangente di ringraziamento non sembra strano all'accusa. Il problema è che l'accusa non riesce a dimostrare il nesso fra Scajola e le gare di appalto. Una cifra così alta non è certo un regalo, come un orologio o un panettone. Stiamo parlando di una cifra che è più di quello che guadagna un operaio in tutta la sua vita. Perchè regalare un milione di euro?
Nel dubbio l'accusa ipotizza un finanziamento illecito.
Grazie alla prescrizione se passano 10 anni dal reato, non si può essere puniti; quindi oggi per il Sig. Anemone, accusato di corruzione, il processo decade.
Il Sig. Scajola dimostra che quella casa è per uso personale, non per il partito, quindi non può essere vista come finanziamento illecito. Il Sig. Anemone gli ha fatto solo un misterioso regalo.
Il giudice Eleonora Santolini dà ragione a Scajola sancendo definitivamente la morte della giustizia in Italia, sbaglio?

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